23 dicembre 2016
LA LUNGA
AGONIA DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Ho seguito con non poco interesse la lunga agonia che ha
determinato
la fine del glorioso Monte dei Paschi di Siena, la più antica
Banca Italiana.
Il tentativo da parte del Governo di mantenerla in vita con un
intervento pubblico,non potrà mai ridare prestigio a quel
marchio che è stato per centinaia di anni il vanto del sistema
bancario non solo italiano.
Molte e diverse sono le responsabilità di coloro i quali hanno
contribuito a determinarne sostanzialmente la fine.
La cattiva gestione, che non ha avuto inizio con la crisi che ha
attraversato ed attraversa il nostro Paese, ma che risale a
molti anni prima.
La responsabilità degli organismi interni ( collegio sindacale)
ed esterni (Banca d'Italia e Consob) ed ultima quella della
Banca Centrale Europea che ha rifiutato di accordare una proroga
di soli venti giorni, dal 31 dicembre al 20 gennaio, per tentare
di definire molte iniziative in corso di perfezionamento per
quell' aumento del capitale sociale, che avrebbe salvato
l'Istituto mentre, invece, ha bruciato le residue possibilità di
realizzarlo.
Tutto da tutte le parti è stato detto, ma tutti non hanno
sottolineato quest'ultimo aspetto che è stato quello che ha
determinato l'allontanamento degli investitori stranieri i
quali, da tempo, si erano dichiarati disposti a contribuire e
determinare le condizioni per un favorevole esito del richiesto
aumento di capitale.
L' incertezza creata dall’irresponsabile decisione della BCE ,
che si è comportata come il peggiore usuraio, ha trovato il
silenzio più assoluto da parte di tutti i responsabili della
vita politica, economica e finanziaria del nostro Paese.
L'intervento del Governo potrà solo marginalmente attenuare il
grave danno procurato a milioni di investitori ed agli
azionisti, che hanno visto completamente azzerare il valore
delle azioni in loro possesso.
Da tempo si parla della riforma della magistratura, ma nessuno
ha considerato che il problema riveste la massima urgenza,
specie per la parte riguardante il contenzioso bancario, causa
prima della crisi che da tempo attanaglia tutto il sistema
bancario italiano.
E' inconcepibile, nel terzo millennio, che una procedura
instaurata da una banca, per il recupero di un credito, possa
durare anche dieci anni e, a volte, di più quando si tratta di
fallimento.
Lungaggini che tra l'altro determinano il logoramento delle
giuste garanzie acquisite al momento della erogazione del
credito, che spesso rendono inesigibili, o parzialmente
esigibili, i crediti vantati.
Questi tempi, unitamente al comportamento della nostra
burocrazia, limitano sensibilmente gli investimenti da parte di
investitori stranieri.
angiolo alerci
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