ACCADEMIA D'ITALIA
Il 7 gennaio 1926, per volontà ed iniziativa di Benito
Mussolini, nasceva "l'Accademia d'Italia" (nella foto la visita
di Vittorio Emanuele III). La diffusione della cultura in
generale, di tutte le attività intellettuali della Nazione, era
all'epoca uno dei fondamentali obiettivi del governo che si
integravano alla già avviata lotta contro l'analfabetismo.
L'obiettivo era quello di coordinare e promuovere tutto il
movimento intellettuale italiano in ogni campo, dalla
letteratura alla matematica, dalla musica alla storia, alla
filosofia, all'architettura, per poi diffondere in tutto il
mondo, la nostra genialità. Grandi e numerosi studiosi, in ogni
campo, furono orgogliosi di esserne parte. Per avere un'idea
ricordo solo alcuni più noti: Guglielmo Marconi, Enrico Fermi,
Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele D'Annunzio, Pietro Mascagni,
Luigi Pirandello. Il primo presidente fu Tommaso Tittoni,
vecchio liberale e ministro degli esteri durante il governo
Giolitti. Seguì Guglielmo Marconi (dal 1930 al 1937) che lasciò,
più d'ogni altro, la sua impronta. Un cospicuo aiuto economico
fu offerto dal "Corriere della Sera" e dalla "Società Edison",
non solo per l'elargizione di premi e borse di studio, ma anche
per sovvenzioni e pensioni a favore degli artisti più bisognosi.
Anche la Chiesa non restò indifferente all'evento, tanto che
entrò a far parte dell'Accademia anche il Cardinale Pietro
Gasparri. Concludo estrapolando una parte del discorso
d'inaugurazione pronunciato dal fondatore, che ritengo ancora
incredibilmente attualissimo:" Nasce mentre sembra esasperarsi,
nel macchinismo e nella sete di ricchezza, il ritmo della
civiltà contemporanea; Nasce quasi a sfida contro lo scetticismo
di coloro i quali da molti, sia pur gravi, sintomi, prevedono
una eclissi dello spirito che sembra ormai rivolto soltanto a
conquiste di carattere materiale". Buona meditazione amici.
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