4 NOVEMBRE – FESTA
DELLE FORZE ARMATE –
Con
la partecipazione del Presidente della Repubblica e di quasi
tutte le alte cariche politiche, militari e civili dello Stato,
s’è svolta a ROMA la consueta celebrazione annuale del 4
NOVEMBRE 1918, data della fine della sanguinosa 1° Guerra
Mondiale (650/mila morti) con la VITTORIA italiana nei riguardi
dell’Austria-Ungheria, ad un anno dalla tragica disfatta di
Caporetto (24 ottobre 2017) .
Il 4 novembre è oggi ricordato solamente quale FESTA DELLE FORZE
ARMATE mentre prima era addirittura FESTA NAZIONALE.
Pur tuttavia non è stata mai avvertita l’esigenza di spiegare
esaustivamente agli italiani (in maniera veritiera e
documentalmente obbiettiva) i nebulosi risvolti, gli ambigui
retroscena, le manchevolezze delle alte gerarchie militari e
politiche, le conseguenze internazionali (Versailles). Pochi
conoscono a fondo la terrificante realtà del diuturno, lungo ed
eroico sacrificio di un intero Esercito, dell’olocausto delle
Truppe di prima linea, della inumana vita di trincea, delle
obbrobriose e crudeli “decimazioni” adottate da taluni nefasti
carnefici che drasticamente detenevano il potere militare.
La storia va letta nella sua interezza e non mai nella versione
più o meno artatamente predisposta da chi ha tutto l’interesse
di nascondere (o segretare) colpose o colpevoli verità. Specie
in campo scolastico (di ogni ordine e grado) non si dovrebbe mai
essere omertosi o reticenti. Ne va della coscienza delle giovani
generazioni che quantomeno ricevono lacunose nozioni e rimangono
(spesso per tutta la vita) nel limbo della disinformazione di
massa, dei luoghi comuni, della ignoranza conoscitiva.
Le Istituzioni civili e militari sono i primi responsabili di
tutto ciò, ma è il variegato scenario dei mass -media e del
mondo accademico che si accolla il peso di una tacita (forse
opportunistica) complicità.
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Fatta questa premessa sarebbe interessante riuscire ad avere uno
scambio d’idee con la attuale Ministro (o Ministra) della
Difesa, la senatrice Roberta Pinotti, per potere esternare a lei
- nella qualità di responsabile di primo piano di tanto
importante settore istituzionale - più d’un dubbio circa l’etica
e i metodi con cui si programmano, si decidono, si realizzano
talune manifestazioni commemorative o di facciata.
Sarebbe interessante poter chiedere (nella speranza di avere un
esaustiva risposta) a cosa serve, in concreto, lo spendere fior
di quattrini (peraltro tratti dall’asfittico bilancio statale)
per allestire futili scenografie e costosi apparati, a parte
l’oneroso impiego, spesso improprio ed eccessivo, di uomini e
mezzi delle Forze Armate. Ciò a prescindere dallo scandaloso
approntamento di collaterali feste, festini e brindisi, quando
non proprio di serate di gala e cene luculliane. Il tutto
all’impronta di un vacuo formalismo fine a se stesso.
L’unico a non essere invitato a partecipare a tali sfarzosi
simposi è, di massima, il contribuente onesto che, però, è
sempre chiamato a pagare il conto. I privilegi del “potere”
vanno sempre rispettati e onorati.
Tornando a mettere il dito nella piaga, sarebbe opportuno sapere
in forza di quale giustificabile motivazione s’indulga spesso,
in occasioni di varie ricorrenze, ad autorizzare il
dispiegamento di mezzi terrestri, navali e aerei (e relativi
reparti di specialisti) in coreografiche esibizioni.
A tal proposito, quanti sono coloro i quali sanno che un’ora di
volo delle rinomate “Frecce Tricolori” a parte i ben noti rischi
cui si va incontro e all’ovvia usura di sofisticate e
costosissime apparecchiature, costa all’erario la considerevole
somma di circa 450/mila euro? Senza mettere in conto gli oneri
relativi al trasferimento dei velivoli e relative attrezzature
dalla base di Rivolto ai luoghi di destinazione, alla costante e
attenta manutenzione, al costo del numeroso personale addetto,
agli straordinari e trasferte da liquidare, agli specifici
materiali utilizzati, ecc.ecc. E’ da ricordare, ancora, che la
costosa struttura della citata base aerea di Rivolto è quasi
unicamente destinata a sede permanente della Pattuglia
Acrobatica Nazionale.
Un incredibile sciupio di risorse finanziarie e umane che
potrebbero essere utilizzate più utilmente per ovviare almeno ad
alcune delle numerose pecche funzionali e infrastrutturali che
le varie amministrazioni pubbliche quasi sistematicamente
disattendono a tutto danno dei cittadini.
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Il tutto s’è puntualmente ripresentato all’attenzione dei
teleutenti in occasione della citata celebrazione della FESTA
DELLE FORZE ARMATE che, come detto all’inizio, s’ è svolta a
Roma il 4 novembre 2017.
N O T E :
(1) Il termine “Frecce Tricolori” denomina la Pattuglia
Acrobatica Nazionale (PAN) inquadrata nel 313º Gruppo
Addestramento Acrobatico, nato nel 1961 in seguito alla
decisione di creare un gruppo permanente per l'addestramento
all'acrobazia aerea.
(2) La senatrice Lidia Menapace ha tempo addietro affermato: le
Frecce Tricolori sono «inutili, rumorose e inquinanti».
(3) Il noto pubblicista Falco Accame, già Ammiraglio della
Marina Militare e deputato, ha chiesto a sua volta la
"sospensione dell’attività delle Frecce Tricolori, perché non
sono di alcuna utilità operativa, a parte il costo unitario
degli aerei Aermacchi 339 ed alla sostenibilità della relativa
spesa” .
(4) Secondo i bene informati la spesa sarebbe di circa 20
milioni annui, in rapporto a circa 4 mila ore di volo per 5 mila
euro circa di costo per singolo velivolo. Spesa che incide
intorno all'1,2% del bilancio dell'Aeronautica Militare
Italiana.
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