Spontanee
chiosature sugli scritti
di Maurizio
BELPIETRO
e di Mario GIORDANO,
sulla elezione
del nuovo Presidente
della Repubblica.
Quotidiano "LIBERO" 1/2/1915
Leggendo
l’editoriale a firma del Direttore di “Libero”, Maurizio
Belpietro, pur riconoscendo che taluni riferimenti relativi ai
trascorsi del bel mondo politico anni ’90 e antecedenti (De Mita
& D.C.) possono anche essere presi per veritieri, non si può non
esprimere meraviglia per il fatto che tanto eminente giornalista
si sia lasciato trascinare dall’insulsa foga di buttare giù un
maleodorante “pezzo” (magari in maniera alquanto insicura e
balorda … data la fretta) ed abbia formulato tesi e congetture
quanto meno improprie. Nella misura in cui egli riversa acredine
sulla parte avversa ma sistematicamente trascura di riferirsi al
nefasto ventennio del belusconismo, come non provare un senso di
ripulsa per cotanto Direttore?
Almeno una cosa, però, è riuscito a farla bene: ha messo a
fuoco il suo retro pensiero (ovviamente di parte) strabocchevole
di pregiudizi e di partigianerie. Pensiero peraltro sempre più
inconciliabile con quello delle persone che ragionano solo con
la propria testa e non in relazione al “portafoglio” di chi
detiene la proprietà della testata. Egli, Belpietro, ha recitato
da sempre, e continua a recitare, la opportunistica parte di
“difensore d’ufficio” di Berlusconi & c., spesso arrampicandosi
sugli specchi per giustificare le “ventennali” manchevolezze
(per non dire altro) del controverso personaggio e dei suoi
compagni di processione. Non è il caso di soffermarsi
sull’elencazione delle stesse: basta rifarsi ai fiumi di
inchiostro e all’infinito spazio televisivo (con abbondante
“share”) dedicati ad esse negli anni trascorsi, pur se
costosamente e tediosamente.
Il sornione giornalista-Direttore, indubbiamente “di grande
notorietà” ma di saputa provenienza e collocazione, ha scritto,
con tracotanza di sapore berlusconiano, quanto segue: “Quel che
pensiamo del nuovo presidente della Repubblica i lettori già lo
sanno e non abbiamo intenzione di annoiarli ancora , … Sergio
Mattarella è un esemplare di cattocomunista sopravvissuto alla
prima Repubblica, una specie di Rosi Bindi senza gonnella e
senza la verve della presidentessa dell'antimafia. Punto, altro
da aggiungere non c'è, anche perché ad aggiungere ci stanno già
pensando giornali e trasmissioni tv, che da giorni suonano la
grancassa per il nuovo Capo dello Stato.”
Ma non basta. S’è arrogato il diritto di dare in pasto
all’opinione pubblica un suo personale, arzigogolato e ben
discutibile pensiero. Ha infatti aggiunto: “Mattarella è
apertamente anti-Cav: un buon motivo da cui ripartire, così
magari potremmo benedire chi ha imposto il presidente triste”.
Ha proseguito, poi, facendo un altro incredibile auto-gol nel
momento in cui ha asserito: “Sia Forza Italia che il Nuovo
centrodestra, i quali hanno deciso di riavvicinarsi in vista
delle prossime elezioni regionali, al voto per il Quirinale sono
giunti senza piano B, convinti che …. con Matteo Renzi sarebbe
stato possibile trovare un nome comune. Forte delle concessioni
fatte sulla legge elettorale, ma soprattutto (...) di un patto
del Nazareno che comprendeva un'elezione del presidente
condivisa, Berlusconi non si era preparato alcuna via d’uscita,
tanto che da settimane andava dicendo che il capo dello Stato
sarebbe stato Giuliano Amato,uno che piaceva a lui ma anche alla
minoranza Pd.”
In merito a tale candidatura, Belpietro ha trascurato il fatto
che Belusconi - piuttosto che un “piano B” – aveva forse in
mente un “piano C”, ove “C” sta per il “fondo schiena” di quella
numerosa parte (circa l’ 80%) del popolo italiano che,
sperabilmente, ha compreso i giochi di potere da lui portati
avanti pur in presenza del suo personale indice di gradimento
ridottosi, a circa il 17%, al lordo dei seguaci per convenienza
o per altri interessi - politici e non - e della numerosa
schiera di dipendenti e famiglie. Non gli hanno certo giovato,
ovviamente, le storie a luci rosse del famoso periodo dei “bunga
Bunga”, a parte la condanna per evasione fiscale e le altre più
o meno rilevanti “marachelle” giudiziarie di cui si parla da
anni.
Belpietro, proseguendo nella sua umorale diagnosi sull’elezione
del Presidente della Repubblica, ritiene di potere sostenere - a
fronte di palese scarsa arguzia - che “Alfano, leader del Nuovo
centrodestra, non aveva contemplato la possibilità che il
presidente del consiglio facesse quello che sa fare meglio,ossia
fregare i compagni di viaggio. Risultato,la fesseria del
centrodestra ci consegna un’area politica in macerie e un
ritorno al passato, con una storia politica che pensavamo
archiviata dalla storia: la sinistra Dc, De Mita senza De Mita.”
Ad abundantiam, il solerte “cavalier servente” della composita
famiglia di “Fininvest”, prosegue asserendo spregiudicatamente
che “Il nuovo capo Dello Stato …. non solo è costituzionalmente
anti berlusconiano, nel senso che è contro l'innovazione
politica che Berlusconi ha portato con la sua discesa in campo,
ma molto probabilmente è anche anti renziano, cioè restio alle
innovazioni del rottamatore, e pur essendo noto più per i suoi
silenzi che per le sue parole,confidiamo che Mattarella qualche
frase la dica, per lo meno per porre argine alle esondazioni del
premier. La seconda considerazione riguarda invece il
centrodestra:peggio di così era difficile fare. Dopo aver perso
la maggioranza nel Paese, in quasi tutte le città e le regioni,
i moderati devono rinunciare anche al Colle.
Come se il Quirinale fosse stato messo all’asta e come se il
raccogliticcio “centro destra” avesse le carte in regola per
partecipare alla gara senza bluffare su presunti “meritevoli
candidati”, estratti dal cilindro del solito “Deus ex machina”.
La memoria corta, forse, non permette a Belpietro di fare mente
locale sull’ambiente inquinato di FI > PDL > FI da cui promanano
i vari Previti, Dell’Utri, Angelucci, Bossi, Cosentino, Frigerio,
Scajola e chi più ne ha più ne metta. E a proposito di
“esondazioni” logorroiche, quelle di Belusconi, di Verdini, di
Toti, ecc.ecc., dove le mettiamo?
A parte il citato “giulivo” Amato (paradossale “pensionato di
lusso” da oltre 30/mila €. mensili), anche nominativi come
Gianni Letta (compartecipe di venti anni di malgoverno), Martino
(fedele cofondatore di Forza Italia) e Pier Ferdinando Casini
(tacito avallante della politica berlusconiana), non avrebbero
potuto ottenere il “quorum” per l’accesso al Quirinale.
Berlusconi avrebbe potuto far di meglio proponendo addirittura
l’elettrico, ex simpatico e sempre lamentoso Renato Brunetta.
Il saputello e poco “libero” Belpietro conclude con una
accorata implorazione agli intimi amici di cordata e ai malmessi
quadri dirigenti dell’ex concentrazione di centro destra,
ricordando che: … “Con una battuta potremmo dire che il bilancio
è in profondo rosso. Ma qui non serve una battuta, urge voltar
pagina, trovare nuove idee e nuove leadership. In poche parole,
occorre rifondare il centrodestra. Se questo si farà,alla fine
potremmo perfino benedire chi ci ha mandato in dono il
presidente triste. …. Tutto finisce con un Amen, dal sapore
blasfemo.
Ma il discorso non finisce qui. Il lupo, infatti, perde il pelo
ma non il vizio..
Belpietro-Direttore ha ritenuto, perfidamente, di aggiungere un
po’ di sale al suo insapore minestrone ponendo in rilievo, in
prima pagina, un articolo di spalla redatto dal collega suo
predecessore, Mario Giordano, dal titolo “Sette anni di mestizia
e incenso stampato”.
Il risibile testo introduce il suo dire (parecchio incongruo e
sciocco, quanto forzatamente ironico) facendo rilevare che “La
prima uscita è stata alle Fosse Ardeatine. Adesso si prepara la
seconda che se tanto mi dà tanto sarà al cimitero Verano. (...)”
Il testo giornalistico del saccente Direttore “tutto fare” del
TG4 Mediaset, è stracarico di irriverenti allusioni, di
lacrimevoli descrizioni della vita e delle abitudini (da “monaco
laico”) del Presidente Mattarella, di stantii riferimenti alla
sua predilezione per la grisaglia tetra e grigia (si fa
risaltare che, vedi caso, anche la ormai famosa “Panda” e di un
profondo grigio), di fuggevoli apparizioni in ristoranti e di
consumazioni da “travet” al bar sottocasa.
Per rafforzare il suo ben poco giocoso pensiero, il giornalista
dall’inconfondibile voce “stridula” ricorre al più volte
ripetuto soprannome di “Mestiziellum” attribuito a Mattarella.
Senza dire, in ultimo, della stupida quanto maligna citazione
della terrificante biblica profezia del diabolico “666”,
profezia solo per un pelo esorcizzata, si dice, dalla magnanime
Presidente della Camera, sig.ra On. Boldrini, cui è stata
stupidamente collegata la presunta sparizione di un voto
mattarelliano.
Che dire, ancora?
Se questo è giornalismo dio c’e ne scansi e liberi dal finire
nel tiro al bersaglio delle pericolose e avvelenate penne dei
presunti soloni della carta stampata.
Sia Belpietro che Giordano non sono certo da imitare, specie
perché hanno dimostrato e dimostrano di essere legati a filo
doppio alla cupola dei loro editori, parte dominante del clan
del Biscione (Mediaset) .
10 febbraio 2015 LUAU
www.ethosassociazione.com
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